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Aosta, Museo Archeologico Regionale
L’Arte del Gioco: da Klee a Boetti
20 dicembre 2002 - 13 maggio 2003
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Niki de Saint-Phalle
Les footballeurs
1993, poliestere, h 36x58x42 |
“Il gioco consiste nella necessità di trovare, d’inventare immediatamente una risposta che è libera nei limiti delle regole. Questa libertà del giocatore, questo margine accordato alla sua azione, è essenziale al gioco e spiega in parte il piacere che esso suscita. Ed è sempre questa libertà che spiega certi impieghi particolarmente interessanti e significativi quali si osservano, per esempio, in espressioni come il gioco scenico di un artista.”
(Citazione da “I giochi e gli uomini”, di Roger Caillois
- Parigi, 1967)
Questa rassegna affronta il tema del gioco nell’arte del ‘900 con un percorso espositivo che parte dalle esperienze delle avanguardie per giungere sino all’interpretazione del gioco nell’arte contemporanea.
Le opere esposte sono oltre 200 tra dipinti, sculture, installazioni, fotografie, video e videogiochi provenienti da alcune delle maggiori collezioni pubbliche e private italiane e internazionali. La varietà di correnti artistiche e di mezzi espressivi consentono di affrontare il gioco da diversi punti di vista interpretando così, in maniera a tratti provocatoria, la “rivoluzione artistica” del Novecento. All’interno di questa rivoluzione, o evoluzione che sia, il fattore della casualità e la libertà della fantasia stabiliscono il nesso più evidente tra azione artistica e attività ludica. «Se la funzione dell’arte è quella di rimettere in discussione le regole costituite ponendosi come voce critica all’interno del sistema – spiega uno dei curatori della mostra, Alberto Fiz –, ecco che il gioco diventa l’elemento essenziale per raggiungere la consapevolezza e sviluppare nuovi spazi di creatività».
Questa mostra, dunque, vuole dimostrare come il gioco non sia semplicemente uno strumento, ma un sistema di pensiero in grado di offrire una logica alternativa rispetto a quella tradizionale.
L’esposizione inizia con La camera dei bambini progettata da Giacomo Balla nel 1914. «Il giocattolo futurista sarà utilissimo anche all’adulto, poiché lo manterrà giovane, agile, festante, disinvolto, pronto a tutto, instancabile, istintivo e intuitivo», scriveva Balla insieme a Fortunato Depero nel manifesto Ricostruzione futurista dell’universo. Di Depero, che teorizzò il “gioco libero futurista”, viene presentata una serie di disegni e marionette.
Nell’ambito delle avanguardie storiche spicca pure il dadaismo, rappresentato da Marcel Duchamp con la celebre Boite en valise e i suoi libri sugli scacchi e da Man Ray con la famosa Boardwalk. Altri esponenti significativi delle avanguardie, presenti in mostra, sono Jean Arp, Paul Klee, René Magritte, Yves Tanguy, Joan Mirò, Alma Siedhoff-Buscher, Julia Feininger, Fernand Léger, Sonia Delaunay, Max Ernst, Giorgio De Chirico e Alberto
Savinio.
Il tema del gioco nell’ambito del Nouveau Réalisme è ampiamente rappresentato da opere di Mimmo Rotella, Niki de Saint Phalle, Daniel Spoerri e Jean Tinguely. Di quest’ultimo arriva direttamente dal Museo Tinguely una delle sue opere più celebri, Maschinenbar, 1960-1985 un’installazione lunga dieci metri dalla quale emerge la dimensione ironica e dissacrante del suo universo visivo.
Il gioco come provocazione e come rilettura dell’universo estetico si ritrova nell’esperienza di Fluxus, di cui viene presentata una Cabina di Allan Kaprow e Giuseppe Verdi, un caratteristico Robot di Nam June Paik costruito con vecchie radio, una pianola, bobine cinematografiche, un violino e un cappello in feltro.
Un’attenzione particolare è dedicata a Bruno Munari, con le sue Sculture da viaggio, le Macchine aeree, i Prelibri, i Libri illeggibili, le Sedie per le visite brevi, a Fausto Melotti, con le sue composizioni plastiche fortemente ironiche, e ad Alighiero Boetti, al quale è dedicata una sala personale.
La riflessione sull’infanzia è una delle questioni centrali della mostra che passa attraverso alcuni dipinti di Andy Warhol e Mario Schifano, e interessanti composizioni di Enrico Baj, di Mario Ceroli e di Liliana Moro.
L’esposizione si conclude con una rassegna di giovani artisti contemporanei che hanno indagato il tema del gioco nella net-art, nel video e nei videogiochi.
Il catalogo, curato da Pietro Bellasi, Alberto Fiz e Tulliola Sparagni, è edito da Gabriele Mazzotta (testi in italiano e francese, pp. 224, ill. 240, Euro 40).
Per informazioni: 0165.230545.
Giordano Berti
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