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Bologna, Palazzo
d'Accursio - Sala d'Ercole
Il Seicento a Bologna
Cultura barocca, industria e vita quotidiana
8 – 23 Maggio 2004
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Una mostra che offre un’idea generale della
cultura bolognese nel secolo centrale del Barocco,
quando Bologna era, dopo Roma,
la più importante città dello Stato della Chiesa.
Sono esposti dipinti e terrecotte di pregio,
incisioni di grandi Maestri, libri illustrati, arredi
e altri materiali provenienti da collezioni
private bolognesi. |
Una mostra che offre un’idea generale della cultura bolognese
nel secolo centrale del Barocco, quando Bologna era, dopo Roma,
la più importante città dello Stato della Chiesa.
Sono esposti dipinti e terrecotte di pregio,
incisioni di grandi Maestri, libri illustrati, arredi
e altri materiali provenienti da collezioni private bolognesi.
In occasione delle Felsinarie 2004, tradizionali celebrazioni storiche della città di Bologna, l’Istituto Graf ha progettato e realizzato una mostra assolutamente inedita, nei temi e nei contenuti. Il filo conduttore è il Seicento, un secolo generalmente considerato tragico per via delle guerre e delle pestilenze che afflissero il continente europeo, ma durante il quale il capoluogo emiliano riuscì ad affermarsi come uno dei maggiori centri culturali, grazie all’Università, e mercantili, grazie soprattutto alla fiorente industria della seta.
Allestita nella Sala d’Ercole di Palazzo D’Accursio, la mostra «Il Seicento a Bologna » organizzata dall’Istituto Graf e curata da Giordano Berti, intende illustrare i più diversi aspetti della cultura, delle scienze e delle arti a Bologna nel secolo centrale del Barocco.
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Francesco
Albani
Madonna col Bambino
Olio su tavola, 1650 circa
(Galleria Fondantico) |
Opere d’arte più significative
Il repertorio di opere d’arte riunite per l’occasione è davvero notevole. In ambito pittorico spiccano alcuni meravigliosi dipinti messi a disposizione dalla Galleria Fondantico:
Scena di mercato e Mendicanti della questua di Giovanni Maria Tamburini (1553-1612), e ad una
Madonna con Bambino di Francesco Albani (1578-1660).
Tra le sculture, sono di grande interesse sei terrecotte della scuola di Camillo e Giuseppe Mazza, tra cui una meravigliosa
Maddalena penitente, prestate da Antichità Il Leone assieme a
un’Assunzione della Vergine in cielo dipinta della bottega Giacomo Cavedoni (1577-1660) e ad alcune tele della scuola di Carlo Cignani (1628-1719).
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Maddalena penitente
terracotta policroma, sec. XVII
(Antichità il Leone) |
Arredi
Uno spazio è dedicato alla ricostruzione di ambienti di vita quotidiana nella Bologna del Seicento mediante mobili originali d’alta epoca, tra cui una cassapanca, un tavolino, due seggiole, alcune cornici e candelabri, un inginocchiatoio privato.
Libri e incisioni
Dal punto di vista tipografico spicca la più famosa opera letteraria del Seicento bolognese,
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (Bologna, 1612), di Giulio Cesare Croce, in due versioni illustrate da Giuseppe Maria Crespi (1665-1747) e da Lodovico Mattioli (1662-1747), entrambe dalla collezione privata di Alberto e Sandra Alberghini, che hanno pure concesso alcune bellissime acqueforti a tema religioso di Guercino, Guido Reni, Elisabetta Sirani e Giovanni Battista Pasqualini, oltre a una serie di
Proverbi incisi da Giuseppe Maria Mitelli e ai Mestieri del Carracci reincisi di Francesco Curti.
La Galleria La Garisenda ha prestato pregevoli acqueforti di Giuseppe Maria Mitelli (1634-1718), di Lorenzo Tinti (1634-1672 ca), Guido Reni (1575-1642), Simone Cantarini (1612-1648), e un disegno a penna Lodovico Mattioli (1662-1747).
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Giuseppe Maria Mitelli
San Rocco gettato in carcere
Olio su tela, 1690 circa,
copia dall’originale di Guercino del 1618
(Collezione Alberghini, Cento) |
La Libreria Naturalistica propone alcune rarissime vedute panoramiche di Bologna, due opere mediche di Marcello Malpighi e quattro dei magnifici trattati naturalistici di Ulisse Aldrovandi, stampati a Bologna tra il 1640 e il 1650, ricchi di splendide immagini, tra cui il “drago trovato nell’agro bolognese”.
Vengono dalla Libreria Matteuzzi la prima edizione completa delle Opere di Galileo Galilei (1656, escluso l’eretico
Dialogo sui massimi sistemi), un trattato di Gian Domenico Cassini, La Meridiana del Tempio di S. Petronio (1695), e alcune rarissime opere della stessa epoca, tra le quali spicca il “mitico” enigma bolognese studiato da Cesare Malvasia nell’opera
Aelia laelia crispis non nata resurgens (1683) e la rarissima
Istoria botanica (1675) di
Zanoni.
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Giacomo Zanoni
Istoria botanica
Frontespizio, Bologna, 1675
(Libreria Matteuzzi) |
Musica
Il Seicento vide la città di Bologna primeggiare in Europa in ambito musicale, grazie a Vincenzo Maria Carrati, fondatore nel 1666 dell’Accademia Filarmonica Bologna, e ai suoi più famosi allievi Giuseppe Torelli e Domenico Gabrielli. A questo scopo è stato chiesto il prestito, all’Accademia stessa, di un grande dipinto di scuola guerciniana con lo storico stemma, oltre a un esemplare di liuto risalente agl’inizi del Seicento.
Plastici
La scelta di non chiedere prestiti ad Enti pubblici permette di valorizzare uno straordinario patrimonio artistico e culturale, sconosciuto al grande pubblico. Nonostante questa scelta di fondo, la necessità di illustrare alcuni aspetti fondamentali dell’economia bolognese del Seicento, fondata in gran parte sull’uso delle acque convogliate in canali sotterranei, ha richiesto la collaborazione del Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, che ha concesso il prestito di due spettacolari modelli in scala. Uno di questi è il
plastico del seicentesco Mulino Pedini (cm 160x170), che offre un preciso spaccato degli ambienti in cui era lavorata la seta. L’altro è il
plastico del Mulino Rizzardi (cm 190x170), che sorgeva in Via Riva di Reno, assieme ad altri cento mulini: in questo caso è evidenziato il sistema di convoglio delle acque fluviali del Reno, che serviva a dare movimento alle ruote meccaniche e quindi, ai filatoi della seta. Oltre ai due modelli, il Museo ha prestato un manichino con un velo di seta bolognese del Seicento, riprodotto sulla base di un dipinto di Guido Reni.
Catalogo
In sintesi, “Il Seicento a Bologna” è una mostra davvero eccezionale, che farà conoscere gli aspetti meno noti dell’arte, della cultura e della storia bolognese. Un episodio che certamente lascerà una traccia indelebile nella memoria di questa città anche grazie ad un piccolo ma densissimo catalogo (36 pagine, cm 21x21), a cura di Giordano Berti e Maria Antonietta Stoico, in cui trovano posto numerosi articoli dedicati ai più diversi aspetti della vita bolognese nel Seicento: economia, alimentazione, religione, medicina, astronomia, letteratura, teatro, musica, architettura, scultura, pittura, incisione, arredamento. I testi sono redatti da specialisti riconosciuti nelle diverse discipline : Stefano Arieti, Elide Casali, Fabrizio Bònoli, Maura Grandi, Daniele Gunnelli, Giampiero Maglia, Umberto Mazzone, Silvia Medde, Giancarlo Roversi, Franca Varignana, Andrea Vitali, Gian Luigi Zucchini.
Sede espositiva e orari di apertura al pubblico
Palazzo D’Accursio (Piazza Maggiore), Sala d’Ercole, dall’8 al 23 Maggio
Ingresso gratuito, tutti i giorni dalle ore 10 alle 18
Informazioni
Istituto Graf, tel. 051.562863; graf@istitutograf.org
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La Sala d’Ercole in Palazzo D’Accursio |
Patrocinio
Comune di Bologna, Assessorato alla Cultura
Organizzazione
Comitato per le Felsinarie, Bologna
Progetto storico e cura dell’esposizione
Istituto Graf, Bologna
Coordinamento
Giordano Berti e Maria Antonietta Stoico
Collaborazione
Associazione Culturale Le Tarot, Faenza
Consulenze al progetto storico
Umberto Mazzone
Provenienza delle opere esposte
Accademia Filarmonica di Bologna
Antichità Arcadia, Bologna
Antichità Barberia, Bologna
Antichità del Corso, Bologna
Antichità Il Leone, Bologna
Associazione Cultura Le Tarot, Faenza
Collezione Alberto e Sandra Alberghini, Cento
Collezione Piero Piani, Bologna
Galleria Fondantico, Bologna
Libreria Naturalistica, Bologna
Libreria Garisenda, Bologna
Museo del Patrimonio Industriale di Bologna
Custodia della mostra
AUSER, Bologna
Stampa del catalogo
Grafica 82, Bologna
Elaborazioni grafiche
Humprey Jamphrey
Vetrine
Istituto dei Beni culturali dell’Emilia-Romagna
Addetto stampa
Anna Manfredini (Giallovivo.it), 059.234479; 347.8173092
anna.manfredini@tin.it
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