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Brisighella,
Teatro Comunale
Frutti divini e frutti
del mal orto
26
giugno - 6 luglio 2003
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Pieter Aertsen
Venditrice di frutta e verdura
1567, olio su tavola (Berlino, Staatliche Museen) |
“Un melo tra gli alberi selvatici è il mio amore tra gli altri ragazzi! Mi piace sedermi all’ombra e gustare le delizie dei suoi frutti. Mi ha portato in una sala di banchetti; in alto, sopra di me, c’era un’insegna con sopra scritto: “Amore”. Presto, portate dolci d’uva che mi restituiscano forza, e mele che mi diano sostegno, perché sono malata d’amore!”
(Cantico dei Cantici
II, 4-5)
Curata da Giordano Berti, presidente dall’Istituto Graf di Bologna, e realizzata per la prima volta in occasione delle Feste Medievali di Brisighella, questa mostra multimediale è dedicata ai molteplici significati simbolici dei frutti.
Lungo il percorso espositivo sono rievocati, tra l’altro, alcuni episodi storici che vedono la frutta protagonista. Uno di questi è il tragico fatto riportato da cronisti fiorentini del Trecento e ricordato anche da Dante nella
Commedia (XXXIII,118): “I’ son quel da le frutta del mal orto”. La frase è pronunciata nella bolgia dei traditori dal frate faentino Alberigo dei Manfredi, il quale, per vendicarsi di un torto subito da alcuni suoi parenti, li invitò a pranzo; al segnale convenuto, “vengano le frutta”, entrarono dei sicari che fecero a pezzi i convitati.
A parte questo episodio cruento, legato alla sezione “Frutti del male”, la mostra pone l’accento sui significati positivi dei frutti, sottolineandone i legami con il rinnovamento della vita, la sessualità, la morale e la religione.
Tutti questi aspetti, riscontrabili nell’arte di ogni tempo e luogo, sono qui evidenziati tramite una selezione di splendide opere d’arte religiosa e laica di epoca medioevale e rinascimentale (dipinti, codici miniati e xilografie); opere che sono state fedelmente riprodotte con materiali e tecniche capaci di restituire il fascino dell’originale. L’esposizione è divisa in quattro sezioni.
1. FRUTTI DEL PARADISO
Secondo la tradizione biblica il Signore Iddio, dopo avere creato l’uomo, lo pose nel giardino dell’Eden e fece spuntare dal suolo alberi di ogni specie, belli a vedersi e ricchi di frutti squisiti. L’arte religiosa del Medioevo e del Rinascimento ha rievocato quel luogo di delizie sia direttamente, nelle diverse interpretazioni pittoriche del Paradiso terrestre, sia indirettamente, nelle rappresentazioni della Madonna col Bambino, dove spiccano festoni o piatti colmi di frutta: simboli del futuro ritorno alla condizione edenica grazie alla venuta del Salvatore.
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Carlo Crivelli
Madonna della Candeletta
1470 ca, tempera su tela
(Milano, Pinacoteca di Brera) |
2. FRUTTI DEL MALE
Non tutti i frutti della natura sono considerati benefici; alcuni di essi, anzi, sono considerati “maligni” a causa di antiche leggende, come la mela di Adamo ed Eva, ma soprattutto per le loro proprietà venefiche. I “frutti del male” sono generalmente rappresentati negli inferni o nei dipinti a tema stregoneso, il più delle volte nascosti assieme a frutti commestibili. In questa sezione sono inseriti anche dipinti di frutti marci, allegorie dell’impurità e della caducità umana.
3. FRUTTI DEL LAVORO
A partire dal racconto di Vertumno e Pomona, che nella mitologia romana è all’origine della coltivazione dei frutti, questa sezione espone una serie di splendide opere che illustrano i lavori nei frutteti in epoca medievale. Non mancano, ovviamente, i ritratti dei patroni della coltivazione dei frutti: divinità pagane, angeli e santi cristiani.
4. FRUTTI DELLA SEDUZIONE
Le gesta erotiche delle antiche divinità greche e romane, i corteggiamenti e i convegni amorosi degli esseri umani venivano spesso rappresentati, specie nel Rinascimento, assieme a consistenti quantità di frutta. Cornucopie, ceste, fruttiere, traboccano di grappoli e pomi variopinti per trasmettere all’osservatore il piacere visivo della seduzione, il profumo inebriante della sensualità, la sensazione tattile e il sapore stesso dei “frutti corporei”.
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Dosso Dossi
Vertumno e Pomona (?)
1529-32, olio su tela
(Los Angeles, John Paul Getty Museum) |
SCENOGRAFIE E MUSICHE
L’esposizione è arricchita da un apparato scenografico davvero suggestivo, capace di rievocare luoghi di beatitudine mistica e ideale come il paradiso terrestre, l’hortus conclusus delle preghiere mariane, i “giardini delle meraviglie”, i “paesi di cuccagna”.
Il sottofondo musicale è il risultato di un’inedita ricerca condotta da Andrea Vitali, regista delle Feste Medioevali di Brisighella, che ha selezionato brani di epoca rinascimentale e barocca correlati al tema dei giardini d’amore.
FRUTTI DIVINI E FRUTTI DEL MAL ORTO
©2003 Associazione Culturale Istituto Graf
Progetto scientifico: Associazione Culturale “Le Tarot”
Selezione iconografica e redazione dei testi: Giordano Berti
Segreteria e organizzazione: Maria Antonietta Stoico
Informazioni: Tel. 051.562863; 349.2602198
E-mail: graf@istitutograf.org; Internet: www.istitutograf.org
Giordano Berti
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