Ferrara, Palazzo dei Diamanti
Corot
Natura, emozione, ricordo
9 ottobre 2005 - 8 gennaio 2006

Ricordo di Mortefontaine
1864
Olio su tela, cm 65 x 89
Parigi, Musée du Louvre

«È chiaro che questo artista ama sinceramente la natura e sa contemplarla con un’intelligenza pari alla passione […] le qualità per le quali egli spicca sono così forti […] che l’influenza di Corot è oggi percepibile in quasi tutte le opere dei giovani paesaggisti.»

(Charles Baudelaire)

L’atteso appuntamento d’autunno al Palazzo dei Diamanti è riservato a uno dei massimi protagonisti della pittura francese, Jean-Baptiste Camille Corot (1796-1875). A trent’anni dall’ultima retrospettiva presentata in Italia, questa esposizione offre l’occasione di ammirare un’ampia e rigorosa selezione di capolavori provenienti dai più importanti musei del mondo.
La mostra, curata da Vincent Pomarède e organizzata dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid in collaborazione con Ferrara Arte, testimonia l’eccezionale statura del maestro francese, considerato un precursore dell’impressionismo.

La radura, ricordo di Ville d'Avray
1872
Olio su tela, cm 100 x 134
Parigi, Musée d'Orsay. Lascito Alfred Chauchard, 1909

Ammirato dai più lucidi e autorevoli intellettuali del suo tempo, punto di riferimento per generazioni di artisti, a Corot si deve una delle interpretazioni più liriche della realtà naturale e della figura umana. I suoi paesaggi evocano mirabilmente l’incanto della natura, che egli amò e studiò appassionatamente fino ad impadronirsi dei suoi più intimi segreti. Gli stagni e i boschi velati da nebbie argentate, i rilievi rocciosi e gli alberi secolari scolpiti dalla luce, le vestigia monumentali dell’architettura romana e gotica sono colti magistralmente nei bozzetti dipinti en plein air. Con la stessa maestria Corot trasfigurò poeticamente quegli schizzi nelle composizioni eseguite nel suo studio, guidato dalle emozioni e dal ricordo: «interpreto con il cuore tanto quanto con l’occhio».

Fontainebleau, artista tra le rocce
1828-30
Olio su carta incollata su tela, cm 32 x 40
Neuchâtel, Musée d'art et d'histoire

Proprio la Natura, l’emozione e il ricordo sono i temi portanti di questa rassegna, che ripercorre le tappe salienti della ricerca artistica del grande maestro. L’originale taglio della mostra riflette la revisione dell’intera opera di Corot che la critica ha svolto negli ultimi decenni.
Una sezione della mostra ricostruisce la splendida galleria di paesaggi che consacrarono la fama dell’artista. 
Uno degli spunti più interessanti offerti dalla mostra è la sezione dedicata alla casa di famiglia di Ville d’Avray: i paesaggi dipinti nei dintorni rivelano, nella limpida armonia degli impasti cromatici freddi, una rara sintesi di realismo e lirismo.

Napoli, Castel dell’Ovo
1828
Olio su tela, cm 24 x 41
Baden, Langmatt Museum, Sidney and Jenny Brown Foundation

Il percorso espositivo, attraverso un inedito repertorio di ritratti, nudi e personaggi in costume, mette in luce quelle eccezionali doti di pittore di figura che destarono l’ammirazione di Picasso. Ai bellissimi volti intensamente espressivi, come quello della madre dell’artista, seguono straordinari nudi. La sezione culmina con una delle più originali e toccanti invenzioni di Corot, le cosiddette “figure di fantasia”, modelli femminili abbigliati in costume, colti in atteggiamenti assorti e contemplativi. 
Di grande suggestione è la serie di “paesaggi lirici” elaborati a partire dagli anni Cinquanta. L’incanto esercitato dalla natura, sedimentato nella memoria e rielaborato nella fantasia, ispira allora sublimi evocazioni come la Danza delle ninfe e La stella del pastore, ove si alternano stati d’animo gioiosi e malinconici.

Mattino. La danza delle ninfe
1850
Olio su tela, cm 98 x 131
Parigi, Musée d’Orsay, deposito del Musée du Louvre

Chiude la rassegna una sezione dedicata al tema della memoria visiva, che segna il vertice dello stile pittorico di questo grande maestro. Quintessenza della poetica dell’artista, il “quadro di ricordo” dà forma alle emozioni impresse nella memoria dalle molte sessioni di lavoro all’aria aperta. I titoli dei dipinti, pur riferendosi a località ben definite, non descrivono la realtà topografica di luoghi specifici, ma ne esprimono piuttosto l’atmosfera.

Olevano, la Serpentara
1827
Olio su tela, cm 33,5 x 47
Collezione Rudolph Staechelin, in deposito al Kunstmuseum Basel

Corot fu senza dubbio un innovatore. Egli mise a frutto il precetto neoclassico di ritrarre dal vero la realtà per ricomporne successivamente a memoria gli aspetti più belli, ma vi introduce un elemento assolutamente originale, che attinge dall’estetica romantica: la forza evocativa del ricordo, tinto dalle emozioni provate di fronte alla natura. Questo precetto guiderà tutta la vita artistica di Corot amplificandosi nel confronto con le nuove tendenze pittoriche dell’Ottocento.

Etta Stoico

Catalogo edito da Ferrara Arte

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